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Farsalinos: benefici cardiovascolari per chi passa alla sigaretta elettronica

cuore
Il cardiologo interviene sullo European Heart Journal e critica uno studio dell'Università di Magonza su e-cig e danni vascolari.

Lo scorso novembre, in piena isteria da Evali che dagli Usa tracimava in tutto il mondo, la rivista scientifica European Heart Journal pubblicò i risultati di uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Magonza, in Germania, coordinati ma Marin Kuntic. Il lavoro, intitolato “Short-term e-cigarette vapour exposure causes vascular oxidative stress and dysfunction: evidence for a close connection to brain damage and a key role of the phagocytic NADPH oxidase (NOX-2)” metteva in relazione l’uso della e-cigarette e conseguenze cardiovascolari, polmonari e cerebrovascolari, dovute alla produzione di stress ossidativo e acroleina.

I ricercatori tedeschi lo deducevano dall’esposizione di topi da laboratorio al vapore prodotto da una miscela costituita da glicole propilenico e glicerina vegetale in parti uguali, da test condotti su colture cellulari e dalla misurazione dei parametri di 20 fumatori, dopo che avevano utilizzato in un unico episodio una sigaretta elettronica (Joyetech e-Go C).

Visto il momento, lo studio ebbe ampia risonanza sui media, ma anche forti critiche scientifiche che vi abbiamo riportato a suo tempo. “Gli autori hanno identificato due effetti – commentava il professor Peter Hajek della Queen Mary University di Londra, autore di importanti studi sulla sigaretta elettronica – Nei fumatori, la nicotina delle sigarette elettroniche ha prodotto un effetto acuto stimolante tipico, che si osserva anche dopo aver bevuto caffè, che di per sé non indica un pericolo.

Nei topi e nei campioni di tessuto, l’acroleina, una sostanza chimica che si sprigiona quanto l’e-liquid frigge, ha avuto effetti più dannosi”. “Ma – continuava Hajek – questo non è rilevante per le persone che svapano. Friggere il liquido produce questa sostanza, ma produce anche un sapore disgustoso che gli utilizzatori evitano. Gli svapatori hanno livelli di acroleina simili a quelli dei non fumatori e molto più bassi dei fumatori”. Ospitammo anche il circostanziato commento critico dell’austriaco Bernd Mayer, docente di farmacologia presso la Karl-Franzens-Universität di Graz.

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